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 exhibitions 

ANDREA BRANZI:
Epigrammi

FuoriSalone 2010

Si tratta di una collezione dove il monologo del design è interrotto da piccole figure in ceramica, poggiate su sottili telai in ferro, che possono accogliere fiori, frutta o candele.

Gli “Epigrammi” sono infatti racconti brevissimi; famosi quelli di Marziale e di Catullo nell’antichità, ma anche quelli di Franco Fortini o Sandro Penna oggi.
Brevissimi racconti quindi sospesi nel vuoto; non frutto della memoria ma dell’amnesia, ricordi discontinui e personaggi di cui si è perso l’identità.
L’insieme degli “Epigrammi” costituisce infatti un unico “Epigramma” che non ha né un inizio né una fine, ma contiene frammenti di un racconto che si interrompe sempre.
Il rapporto con la classicità è solo apparente; non riguarda lo stile ma la natura misterica degli oggetti, che possiedono un’anima e dialogano con l’uomo che, come nell’”Antologia Palatina”, li chiama a testimoni dei giuramenti e dei tradimenti d’ amore.
Credo che ancora oggi il nostro rapporto con gli oggetti domestici non sia cambiato; essi ci accompagnano e ci proteggono come folletti domestici, come fedeli e silenziosi servitori. Gli oggetti portano fortuna, allontanano i dardi del fato e recitano la loro parte nella commedia della vita (come credevano gli antichi).

Andrea Branzi
Milano 2010
 

 

 



Epigrams are very short tales; in the antiquity very famous were the ones of Marziale and Catullo, but also the ones of Franco Fortini or Sandro Penna today.
This is a collection where the design monologue is broken by small pottery figures, placed on thin iron frames, that can put up flowers, fruit or candles.
Very short tales hung in the empty space, not the outcome of memory, but that of amnesia, discontinuous memories and characters with lost identity. The whole of Epigrams forms a single Epigram, without beginning nor end, but containing fragments of an always interrupted tale.
The relation with antiquity is only apparent; it doesn’t belong to style but to the mystery nature of objects, that own a soul, and dialogue with man who, as in the “Palatine Anthology”, calls the as witnesses of oaths and infidelities of love.
I think that still today our relation with domestic objects is not changed, they come along with us and protect us as domestic elves, faithful and silent servants. The objects bring luck, avert the darts of fate and play their role in the comedy of life (as the ancestors believed).

Andrea Branzi
Milano 2010

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